Questa cappella raffigura il Sacrificio di Isacco. È l’unica (assieme ai lati del transetto) che raffigura un evento dell’Antico Testamento.
È divisa in due parti, quella alta e quella bassa.
Nella parte alta della cappella si può vedere Abramo che sta per sacrificare il figlio Isacco come comandatogli da Dio.
Si noti lo sguardo del padre e come i colori siano in contrasto: dal bianco di Isacco, simbolo delle vittime sacrificali, dell’Agnello, ai colori accesi e caldi del cielo.
Proprio dal cielo compare l’Angelo del Signore che ferma la mano di Abramo.
Si noti come ogni dettaglio del brano biblico sia espresso più o meno celatamente in questo affresco; perfino l’ariete da sacrificare è presente nella parte sinistra dell’opera.
L’intera vicenda è preludio del sacrificio di Cristo in croce ( vedi Cappella della Croce ): l’immagine del Padre, la vittima innocente, la preghiera, il terzo giorno, la salita su un monte…
Nella parte inferiore, viene richiamata la visita dei Tre Angeli a Mosè (Genesi 18). Queste figure divine vengono celate nella forma, ma un calice ben definito si contrappone, anch’esso vuole essere simbolo del sangue versato da Cristo.
Dal Libro della Genesi (Gen 22, 1-2.9-13.15-18)
Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: “Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò”.
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: “Abramo, Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. L’angelo disse: “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito”. Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: “Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce”.
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