
Entrando in chiesa, certamente l’abside è una delle prime cose che cattura il nostro sguardo. Un vortice di colori e luce descrive il momento della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor.
Gesù è al centro di questa composizione, ha vesti candide e sfolgoranti, dietro al suo capo una nube colorata e rassicurante manifesta il suo legame con il Padre (rappresentato sopra il presbiterio da un occhio) mediante lo Spirito Santo (rappresentato nella volta che divide il presbiterio dall’abside).
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Sono presenti tre discepoli, Pietro, Giovanni e Giacomo, sono spaventati e sorpresi e si chinano a terra.

Sulla sinistra appaiono due figure: sono i profeti Mosè ed Elia.
Queste due figure sono riprese nei lati del transetto per simboleggiare le tende che Pietro propose di fare. ( Mosè lato destro e Elia lato sinistro)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9, 28-36)
Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”. Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
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