Questa cappella è dedicata al Sacro Cuore di Gesù.
Al centro è posta un’antica statua devozionale di cartapesta.
Risulta attorniata da numerosi dipinti a sé stanti che ritraggono episodi della vita di Gesù o situazioni di Misericordia.
Possiamo giustamente chiamarla anche Cappella della Misericordia, dato che ogni rappresentazione è legata da questo filo conduttore.
Nella parte superiore è ritratta la crocifissione di Gesù: uno delle maggiori dimostrazioni di Amore di Gesù verso gli uomini.
Vengono richiamate le tre croci, inclusa quella del malfattore che riceve la Misericordia di Gesù in punto di morte.
Vediamo anche il centurione che con una lancia colpisce il fianco del Cristo dal quale esce sangue ed acqua e diversi angeli che giungono con calici in mano.
Nella parte centrale a sinistra viene ritratto l’episodio con la peccatrice che si accosta ai piedi di Gesù e lui che con grande misericordia le dice “Donna, ti sono perdonati i tuoi peccati” (Lc 7, 36-50)
A destra viene illustrata l’Ultima Cena di Gesù, mistero centrale della sua vita, nella quale istituisce l’eucarestia, annuncia il dono del suo corpo e del suo sangue per il mondo e insegna a farsi servitori e umili (Mt 26, 20-30; Mc 14,17-26; Lc 22, 14-39; Gv 13, 1-20)
Nella parte inferiore vengono ritratte due importanti parabole.
A sinistra quella del Padre Misericordioso (Lc 15, 11-32): c’è un grande abbraccio tra il padre che ha misericordia verso il figlio pentito che torna a casa e il figlio stesso.
A destra quella del Buon Samaritano (Lc 10, 25-37). Possiamo vedere il samaritano che si prende cura del sofferente.
C’è un volto che lega l’ultima cena e la parabola del buon samaritano: quello di Santa Madre Teresa di Calcutta, figura importante dell’ultimo secolo che può essere considerata come figura della misericordia umana e del buon samaritano.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19, 31-37)
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
Torna alla mappa