Questa cappella è dedicata alla Croce.
Al centro un grande crocifisso occupa quasi interamente la parete che comunque risulta ricca di altri episodi che si legano con il Crocifisso.
Nella volta superiore si può intravedere una figura anziana, che rappresenta il Padre che guarda compassionevolmente il Figlio sulla croce.
È certamente lecito fare un parallelo con Abramo che guarda Isacco vittima sacrificale innocente.
Attorno alla figura del Cristo ruotano diversi angeli che giungono da ogni parte del firmamento a sorreggere la croce.
Uno di questi (nella parte bassa) arriva e porta con sé una corona di spine.
Nella parte destra della cappella si vede l’episodio della Genesi di Adamo ed Eva che si accostano al frutto proibito.
Questa è stata la causa della lontananza dell’uomo con Dio, e la croce di Gesù ne rappresenta la riconciliazione.
Nella parte sinistra, in modo speculare, compare un centurione inginocchiato che riconosce la regalità di Gesù “Davvero costui era il Figlio di Dio”.Come l’albero della Vita è stato causa di morte e lontananza, così la croce, legno di morte, diventa fonte di Vita e riconciliazione.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19, 28-34)
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “È compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.
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